Cosa sono le diottrie, come si calcolano e tipologie

Diottrie_: cosa sono e come calcolarle

Nell’intento di rendere sempre più consapevoli i nostri clienti e chi sta cercando informazioni sugli occhiali da vista o da sole ma graduati, con questo articolo daremo nozioni semplici riguardanti le diottrie. Questo termine non è sicuramente nuovo a chi indossa già tempo occhiali, sebbene non tutti ne conoscano dettagliatamente il significato. Chi invece si approccia per la prima volta all’argomento, potrà avere qualche strumento in più per non sentirsi spaesato/a quando ne sentirà parlare.

Spiegheremo cosa si intende con questo termine, il significato che ha, le tipologie di diottria e come si effettua il calcolo per determinare quante ne abbiamo e – di conseguenza – quante ce ne occorrono al fine di correggere la vista.

Cosa sono le diottre? Il suo significato

Iniziamo dunque dalle basi, partendo dal concetto che la parola “diottria” rappresenta in oftalmologia e ottica: si tratta dell’unità di misura del potere ottico rifrattivo della lente, espresso in “m−1” Sta ad indicare, quindi, quanta potenza della lente occorre al fine di raggiungere il valore che stabilisce quale sia la visione convenzionalmente normale, cioè 10/10.

Scendendo più nel dettaglio, esprime la capacità di modificare la direzione dei raggi di un fascio di luce e ciò può avvenire in due modalità: divergente o convergente. Può essere un valore positivo oppure negativo, in base ad un calcolo che si effettua per ottenere come risultato il reciproco della lunghezza focale espressa in metri, secondo questa formula:

Quante diottrie abbiamo?

L’occhio umano, in condizioni di normalità e rilassatezza, ha un potere diottrico che tendenzialmente va da 59 a 62 diottrie circa, misurate in “(+/- 0,5)”, che corrisponde alla lunghezza focale di 16mm. Durante una visita oculistica si va quindi a verificare la capacità dell’occhio di mettere a fuoco le immagini. Quando esso – che è di per sé un sistema diottrico – non riesce più a “catturare” la luce e convergerla correttamente verso la retina, allora vuol dire che esiste un cosiddetto “vizio di refrazione“, cioè possiamo essere in presenza di:

  • astigmatismo,
  • miopia, 
  • ipermetropia.

Le lenti andranno perciò a correggere il difetto presente, potendo contare su un ampio range di personalizzazione. La lente infatti può essere caratterizzata da un valore positivo (+) o negativo (-), in base alla correzione necessaria. 

Volendo semplificare, quando si parla di diottria +, dobbiamo modificare un’ipermetropia usando lenti convesse. Quando invece ci parlano di necessità di diottria –, allora dobbiamo andare a correggere una miopia con lenti concave. Nel caso di astigmatismo, si parla infine di diottrie toriche.

Ad ogni modo, lo scopo è sempre lo stesso: fornire uno strumento per raggiungere il più possibile una vista definibile ottimale, cioè i 10/10 (dieci decimi).

Tipi di Diottrie

Il personale sanitario, a seguito di un’accurata visita oculistica, sarà in grado di consigliare il sistema ottico migliore per compensare mancanze e correggere difetti. Può farlo grazie a diversi tipi di lenti, da scegliere sulla base di ciò che è emerso dal consulto.

Se ti stai chiedendo come interpretare una prescrizione oculistica, al termine della visita, il/la dottore/ssa compilerà un “foglietto” recante il disegno di due semicerchi, su cui verranno indicate diottrie, decimi, distanze ecc…
Proprio grazie a questa prescrizione, l’ottico sarà in grado di comporre l’occhiale, facendo attenzione al tipo di lenti indicate in ricetta. Queste infatti possono essere di diversa caratteristica:

Sferiche

Le lenti sferiche sono quelle utilizzate nei casi di miopia (e sono caratterizzate dal segno -) o di ipermetropia (con segno +). Vengono indicate sul foglietto della prescrizione-ricetta oculistica all’interno della colonna “Sfera”, con la sigla “SF” oppure “SPH”.

Cilindriche

Quelle cilindriche sono invece state studiate e realizzate per correggere l’astigmatismo. In questo caso sulla prescrizione noteremo la compilazione della colonna “Cilindro”, con indicazione della sigla “CIL” o “CYL”.

Prismatiche

Questo genere di lente è indicata in casi molto specifici: per semplificare, viene prescritta quando la vista si sdoppia. Corregge per lo più forie e strabismo oppure vengono consigliate a pazienti che sono in attesa di intervento chirurgico, in determinate situazioni che lo necessitano.
Essendo frangenti soggettivi molto particolari, le prismatiche sono anche di difficile realizzazione in alcuni casi.

Come si calcolano le diottrie?

Come calcolare le diottrie

Dobbiamo immaginare le diottrie come una lunga scala: ogni gradino vale 0,25. Convenzionalmente si è stabilito che ogni lente ha il potere di 1 diottria quando permette di convergere i raggi paralleli stando alla distanza di 1 metro.

Quindi, per continuare nell’esempio, se si prova una lente da 2 diottrie, vuol dire che i raggi andranno a convergere alla distanza di 50 cm e così via.  Possiamo concludere che il potere diottrico di una lente è l’opposto della distanza alla quale riesce a mettere a fuoco i raggi paralleli.

Per misurare invece quante diottrie possiede un paio di occhiali già in nostro possesso, allora l’ottico o l’oculista useranno il frontifocometro.